Gonzales Alba

Gonzales Alba

Centaura di Ares, bronzo, 420x288cm

 

 

Alba Gonzales è nata a Roma da famiglia di origine greco-spagnola, è divisa tra la Versilia e il capoluogo. Dal 1973 si dedica all’arte della scultura dopo essere stata una danzatrice classica “star” all’Opera di Roma e aver conseguito il diploma in canto lirico.

Si è ispirata a “Maestri” quali Arturo Martini (1889-1947), Henry Moore (1898-1986), Isamu Noguchi (1904-1988), Marino Marini (1901-1980), Giacomo Manzù (1908-1991), Francesco Messina (1900-1995), Pietro Cascella (1920-2008), Pietro Consagra (1920-2005) La sua prima mostra personale, nel 1975, segna l’inizio di una carriera ricca di successi in Italia e all’estero. In questi quarant’anni di attività Alba ha partecipato a numerose mostre personali o collettive. Nelle botteghe dei Laboratori Marmo della Versilia (Pietrasanta, Querceta e Carrara), dove lavora con Botero, Mitoraj, modella le sue sculture e nelle Fonderie Artistiche di Pietrasanta, Verona e Vicenza realizza le sue opere in bronzo. Nel 1989 ha fondato il Museo “Pianeta Azzurro” dedicato alla scultura che ospita una collezione permanente di artisti internazionali e mostre itineranti.

Alba Gonzales e la sua arte

Le opere di Alba Gonzales nell’evoluzione della sua creatività si esprimono attraverso temi, dalla figurazione antropomorfa alla metamorfosi. Il suo percorso artistico testimonia una ricchezza di approcci ai materiali, alle forme, ai contenuti profondi, sepolti nella storia e nella psiche dell’uomo. Le preoccupazioni, i disagi e le ansie del nostro tempo sono interpretati attraverso metafore, mito e sogno: l’Amore, il Vero, il Probabile e l’Apparente, l’Enigma, l’Illusione, la Violenza e infine l’Ironia tutti questi elementi si fondono nelle sue creazioni .

Colloquio

  • Interw: Vorrei iniziare questa intervista con una figura in particolare: Narciso. Uno dei critici più talentuosi ha affermato che gli artisti sono Narciso perché sono inclini a riflettersi nelle loro creazioni.

  • Alba: Sì, parla di un amico, Giorgio Di Genova, che sostiene che per tutta la vita, “mutatis mutandis” ogni artista ripete lo “stesso” lavoro. Eppure penso di distinguermi perché non mi piace ripetere gli stessi temi, come spesso capita per accontentare il mercato. L’arte è un’avventura, è la scoperta di se stessi e del mondo. Questi sono gli eventi che ci coinvolgono, partecipano a portare emozioni alla nostra esistenza, e fanno sì che i miei lavori, anche se occasionalmente monotematici, siano tutti in sfumatura.

  • Interw: Alba, hai molti talenti: a 20 anni hai conseguito il diploma in danza classica all’Opera di Roma, a 23 in canto lirico a Trieste. Dopo aver interpretato le creazioni di altre persone, qual è stato lo stimolo che ti ha portato a creare il tuo mondo attraverso la scultura?

  • Alba: Certo, tutto è stato possibile grazie alla mia straripante immaginazione, sogno ad occhi aperti, seguo visioni surreali che mi riempiono la mente e poi cerco di realizzarle lavorando la materia. Molte volte un pezzo nuovo può nascere anche scavando nel mio “io” alla ricerca di me stesso e cercando di capire lo scopo della mia vita e quella degli altri.

  • Interw: Ma nel contesto in cui viviamo oggi, pensi di avere una visione obiettiva delle notizie?

  • Alba: No, assolutamente e mi sembra che più vado avanti e meno capisco. Per questo forse, come tutti gli artisti, mando messaggi, per esternare la mia visione del mondo, che non è certo oggettiva, ma è mia, è l’unica che posso osare di partorire.

  • Interw: “Dare alla luce”, cosa intendi con questa parola?

  • Alba: La forma che non c’era e alla quale hai trasmesso tutta la tua energia, al punto da sentirti stanco ed esausto, non assomiglia a questo stato felice che si sperimenta dopo aver partorito? Chi è moglie, madre e artista capisce perfettamente di cosa sto parlando.

  • Interw: Le tue sculture nascono sempre da uno stato d’animo positivo?

  • Alba: No davvero, anzi, alcune mie opere sono nate in momenti di depressione. I lati più oscuri dell’umanità si stavano rivelando ai miei occhi e mi sembrava di scoprire chiaramente la bestia che è dentro di noi tutti. In questo periodo ho iniziato una serie di opere monumentali che ho riunito sotto il nome di Sfinge e Chimere, dove la contaminazione tra la Bestia e l’Essere si è fusa in una complessa metamorfosi. Secondo la critica, alcune di queste opere sono particolarmente inquietanti

  • Interw: Anche i tuoi Centauri fanno parte di questo stesso periodo?

  • Alba: No, i centauri sono nati dopo. Mi venne l’idea di dare un degno compagno a Chirone perché secondo me una donna-centauro non si era mai realizzata. Chira, il centauro di Enea è un centauro colto, che ama la danza e la musica. Un secondo centauro lancia in aria una colomba per celebrare la pace e la libertà. Con Ares Centaur, invece, ho cercato di esprimere la drammatica negatività della guerra. L’ho disegnata come quinta figura oltre ai quattro cavalieri dell’Apocalisse.

  • Interw: I miti sono sempre stati una fonte di ispirazione per te, ma alcuni tuoi pezzi sembrano ispirarsi a falsi miti moderni: quei miti che i media riescono a creare e su cui scherzi spesso. È vero ?

  • Alba: Sì, il mio senso dell’umorismo mi aiuta a voltare pagina. L’assurdità di certe situazioni, anche nel sociale, provoca impulsi alla mia creatività. Attraverso La Conjunction, ad esempio, rappresento la fecondazione assistita, pratica molto criticata e ostacolata, quest’opera si compone di tre figure messe insieme. In Quando l’ape operaia diventa ape regina intravedo le caratteristiche della donna in carriera, mentre in Specchio dei miei desideri sottolineo come la ricerca della bellezza a tutti i costi si trasformi ora in un’attività compulsiva e patetica. Spesso mi ritrovo ad essere critico e severo nelle mie osservazioni. La notizia che la morte è servita è la mia reazione allo spettacolo della “morte” che ci viene offerto dai media “mezzogiorno e sera” all’ora dei pasti.

  • Interw: E l’amore? Contrariamente a quanto hai appena detto, in molte tue sculture è l’amore che spicca con tutto il suo Eros, esplicito ma mai volgare, intriso di armoniosa tenerezza.

  • Alba: Penso che tu ti riferisca alle mie tante coppie. Sì è vero, amo l’Amore che fortunatamente ho conosciuto. È il sentimento che ci nobilita ulteriormente in tutte le sue forme e nell’amore tra due esseri, trovo infinite forme e adattamenti, come infiniti possono essere i loro abbracci. Ma ci sono anche deviazioni dall’Amore e in alcune sculture, come La mela rapita, ho affrontato temi drammatici e purtroppo sono di grande attualità.

  • Interw: Certo, ma devi avere coraggio per avvicinarti a certi argomenti. Il mio non è il coraggio, è semplicemente la voglia di comunicare. I media, ad esempio, oltrepassano la soglia dell’etica proponendo spesso programmi per voyeur; Io, invece, spero di riuscire, anche solo per un attimo, a fermare la corsa frenetica della nostra società. La speranza è che di fronte all’Arte si smetta di pensare. Questo dovrebbe essere il dovere supremo. Sul tema dell’omosessualità: nel 2000 a Roma, durante il Giubileo e durante il primo Gay Pride, ho lanciato Omaggio ad Antinoo, opera in bronzo che mi è stata suggerita dall’evento e dal ricordo della lettura del romanzo di Marguerite Yourcenar, “Le memorie d’Adrien”.

  • Interw: Per riassumere e concludere: come si può definire l’Arte?

  • Alba: ci proverò ma ho delle difficoltà: posso risponderti che per me l’Arte è la realizzazione di idee e sogni, ma spesso anche incubi. La scultura è la mia ancora di salvezza a cui mi aggrappo finché le mie mani hanno la forza di aggrapparmi.

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